Lezioni di suono
Vi riproponiamo con piacere un programma andato in onda lo scorso Aprile su Rai 5: Lezioni di Suono. Salvatore Sciarrino, compositore contemporaneo tra i più celebrati al mondo, conduce un ciclo di quattro lezioni-concerto che l’Orchestra di Padova e del Veneto, in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova, ha organizzato nella primavera del 2016.
Nel corso degli incontri, animati dai commenti e dagli esempi musicali dell’orchestra diretta da Marco Angius, il pubblico è stato invitato a entrare nei dettagli più reconditi e inattesi delle partiture, analizzate e proposte in forma di concerto.
Mozart a nove anni
La prima puntata di “Lezioni di Suono” è dedicata alla musica di Mozart. Il programma prende il via dalla composizione di Sciarrino “Mozart a 9 anni”, una serie di rielaborazioni per orchestra d’epoca dal Quaderno Musicale Londinese di Wolfgang Amadeus Mozart. A fianco dell’Orchestra di Padova e del Veneto, la pianista Anna D’Errico presenta la versione originale dei numeri mozartiani al pianoforte. Clicca qui per vedere la puntata.
Lo sposalizio
Nell’incontro successivo sono presentati l’ “Idillio di Sigfrido” di Richard Wagner e l’orchestrazione di “Sposalizio” (da Liszt), realizzata nel 2015 da Sciarrino per l’Orchestra di Padova e del Veneto che ne ha eseguito la prima assoluta nella 50a Stagione concertistica 2015/2016. Clicca qui per vedere la seconda puntata di “Lezioni di Suono” dal sito Rai Play.
Deep Purple
Il ciclo di lezioni continua con la composizione “Efebo con radio” (1981) in cui affiora la memoria dell’infanzia di Sciarrino in Sicilia, legata all’ascolto della radio con le interferenze, le mescolanze di messaggi ed una riflessione sui meccanismi della comprensione-non comprensione indagati attraverso una radio che funziona un po’ come una macchina per musica elettronica. Guarda la terza puntata di “Lezioni di Suono”.
Cantiere Mozart
L’ultima lezione, “Nel cantiere di Mozart”, confronta l’originale versione del concerto 491 con i successivi rifacimenti mozartiani per mostrare come la perfezione formale raggiunta dal compositore salisburghese nasca da una prospettiva di limatura continua della struttura musicale piuttosto che da un’intuizione estemporanea dello sviluppo concertante.